Ca’ Foscari vince il primo finanziamento EIC con GREENDIGO, per sviluppare un processo di tintura per jeans completamente biologico, sicuro e sostenibile
Con il progetto "Biosolutions for Denim Dyeing within the Planetary Boundaries" (GREENDIGO), l’Università Ca’ Foscari ha vinto il suo primo finanziamento dello European Innovation Council, terzo pilastro del programma di finanziamento per la ricerca "Horizon Europe".
Nello specifico si tratta del bando European Pathfinder Open, che finanzia progetti ‘bottom-up’ che sviluppano ricerche scientifiche a supporto di tecnologie innovative, con budget fino ad un massimo di 3 milioni di euro a progetto. Quest’anno a fronte di 2.087 domande progettuali ne sono state finanziate solo 45 per un valore di 142 milioni, e GREENDIGO è una di queste.
Il consorzio, guidato dall'azienda danese Nordic Blue, rivoluzionerà il processo di colorazione dei jeans sviluppando il primo metodo di tintura per jeans completamente basato sugli enzimi e bio-based, sicuro e sostenibile a livello ambientale e socio-economico. Gli altri partner, oltre a Ca’ Foscari: AALTO KORKEAKOULUSAATIO SR (università privata, Finlandia), NEAGU ALEXANDRU-VALENTIN (SME, società di consulenza che redatto e guidato la presentazione della candidatura, Olanda).
Abstract
L'industria globale del denim, che produce oltre 3 miliardi di paia di jeans all'anno, è uno dei settori più chimicamente intensivi del tessile. La tintura convenzionale con indaco si basa sull'indaco sintetico, derivato da combustibili fossili, e su agenti riducenti tossici come l'idrosolfito di sodio, causando - specialmente nell’Asia meridionale e sud-orientale - inquinamento idrico diffuso, condizioni di lavoro pericolose ed elevati input di energia e sostanze chimiche. Con il mercato globale dell’indaco valutato 1,2 miliardi di euro all’anno (80.000 tonnellate all’anno), le alternative scalabili e sostenibili sono necessarie e urgenti.
GREENDIGO si propone di rivoluzionare questo processo sviluppando il primo metodo di tintura per denim completamente enzimatico a base biologica, scalabile, sicuro e sostenibile. Il progetto - che prenderà il via ad aprile 2026 - sostituirà l'indaco convenzionale con un precursore idrosolubile, che può essere assorbito sulle fibre di cotone in condizioni acquose blande. Un enzima specifico catalizzerà la sua conversione in indaco direttamente sul tessuto, eliminando la necessità di riducenti dannosi e consentendo un processo di colorazione più pulito e circolare.
GREENDIGO combinerà ingegneria enzimatica all'avanguardia, biologia sintetica e chimica tessile con una valutazione avanzata della sostenibilità per garantire che il processo sia economicamente sostenibile, ambientalmente sicuro e allineato ai confini planetari (planetary boundaries), per essere rigenerativo a lungo termine. Il progetto applica il quadro europeo Safe and Sustainable by Design (SSbD) e integra l'analisi del ciclo di vita, i test di ecotossicità e i modelli della sostenibilità assoluta. I risultati saranno confrontati con le pratiche attuali, con particolare attenzione alle emissioni, all'uso delle risorse e alla scalabilità.
Se avrà successo, GREENDIGO getterà le basi scientifiche e tecnologiche per una nuova classe di coloranti tessili di origine biologica, consentendo la reindustrializzazione della tintura del denim secondo rigorosi standard ambientali. Il progetto sostiene le principali priorità dell'UE, tra cui il Green Deal, la strategia per un tessile sostenibile e circolare e gli obiettivi di ‘inquinamento zero’.
Elena Semenzin, docente di chimica dell’ambiente e delegata della Rettrice alla Sostenibilità, guida il team di Ca’ Foscari coinvolto nel progetto e spiega: “A Ca’ Foscari ci occuperemo della valutazione critica di due dimensioni fondamentali a supporto del processo innovativo: la sicurezza chimica (Safety) e la sostenibilità (Sustainability), con particolare attenzione a quella ambientale. Entrambe verranno analizzate lungo l'intero ciclo di vita del processo innovativo. Condurremo analisi di rischio dettagliate sulle sostanze utilizzate, integrando analisi degli effetti tossicologici e dell’esposizione. Da un lato andremo ad identificare e quantificare i pericoli potenziali sia per la salute umana (in particolare per gli operatori e le operatrici del settore) sia per l'ambiente. Dall’altro studieremo come queste sostanze si degradano e quali residui (sottoprodotti, enzimi) possono finire nelle acque reflue durante questo processo. Adottando un approccio sequenziale e iterativo (step-by-step), l'attività analitica e valutativa è intrinsecamente finalizzata a informare e indirizzare l'innovazione tecnologica stessa, garantendo l'integrazione dei principi di sicurezza sin dalla fase di progettazione.
L'ambito della sostenibilità ambientale, dall’altra parte, persegue l'obiettivo di una sostenibilità assoluta, che si aggiunge alla più classica valutazione comparativa tra le diverse alternative tecnologiche. Ragioneremo in termini di ‘planetary boundaries’, con l'obiettivo di confrontare i livelli di impatto del processo in esame con le soglie limite globali, andando a contribuire allo sviluppo di metodologie innovative per la valutazione della sostenibilità. Con GREENDIGO, il nostro Ateneo si rafforza ulteriormente sul supporto all’implementazione del framework Safe and Sustainable by Design (SSbD), al quale la comunità scientifica è chiamata a contribuire”.