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Beatrice #studentvoices: “mi affascina l'uso dell’informatica in campo umanistico”

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Beatrice Maggian frequenta il secondo anno del corso di laurea magistrale in Digital and Public Humanities all’Università Ca’ Foscari Venezia

Ciao Beatrice, scegliere un percorso universitario può essere complicato. Tu come hai fatto?

Per chi conclude un percorso di laurea triennale umanistico, la scelta del passo successivo è raramente semplice. Il corso che frequento attualmente mi è stato suggerito da un amico, che ne era venuto a conoscenza tramite alcuni colleghi di Wikimedia Foundation, e ha pensato che potesse interessarmi. Un paio di anni dopo, posso confermare il mio interesse, e posso dire con certezza che non avrei potuto scegliere una continuazione migliore per il mio percorso accademico.

Quali sono i punti di forza del tuo corso?

A mio parere, ciò che distingue il mio corso di laurea, Digital and Public Humanities, è innanzitutto l'innovatività. Quello delle digital humanities è un percorso che, pur nascendo negli anni '40 del secolo scorso, ha preso piede nel mondo accademico italiano solo di recente, e si sta già configurando come il futuro verso cui ogni umanista deve guardare. Si tratta di adottare le tecniche computazionali più adatte ad ogni disciplina umanistica per evidenziarne tratti che con metodi "analogici" tradizionali non verrebbero esaltati, e di conservare la memoria di artefatti come manoscritti, opere d'arte, e scavi archeologici in modo che possano essere accessibili in tutti gli angoli del mondo, a distanza di un clic. L'internazionalità della disciplina in sé è sottolineata anche dal fatto che il corso è interamente in inglese, che da anni è lingua franca tra gli umanisti al pari del latino nell'antichità. Esercitare la lingua inglese con il lessico specifico di storia, archeologia, storia dell'arte, e letteratura contribuisce a dare un senso di unità oltre i confini nazionali tra gli umanisti, rendendo più semplice quella condivisione di idee che più ci contraddistingue. Ciò che differenzia questo corso dal resto delle magistrali umanistiche "tradizionali" è che offre delle buone basi a livello informatico, sia per chi è un laico in materia, sia per chi è leggermente più "smanettone": programmazione, visualizzazione delle informazioni, progettazione di siti web, e gestione dei database sono all'ordine del giorno.

Hai capito subito quali erano le tue passioni?

All'inizio, ambientarsi risulta essere un po' caotico: ci si trova ad affrontare programmi e software con cui si aveva poca familiarità, se non per nulla, e l'offerta formativa è veramente vasta. Un grande punto di forza di questo corso di laurea è il fatto che ognuno può crearsi il proprio percorso umanistico, vale a dire: chi è più interessato alla storia, può scegliere di seguire soltanto (o principalmente) corsi legati alla storia, e così via per storia dell'arte, archeologia, letteratura... Personalmente, mi sono appassionata all'analisi delle reti sociali all'interno delle opere letterarie, perché unisce una mia passione personale al mio interesse per le tecniche di analisi computazionale, sia in termini di programmazione "classica", sia in termini di intelligenza artificiale: mi affascina il fatto che l'informatica sia uno strumento dalle enormi potenzialità in campo umanistico.

Cosa significa per te fare parte della comunità cafoscarina?

Ciò che aumenta il mio senso di appartenenza alla comunità cafoscarina è partecipare alle conferenze e ai seminari, poter dare una mano agli studenti e alle studentesse che ne hanno bisogno in veste di tutor, ed avere l'opportunità di lavorare a progetti di calibro internazionale assieme ai miei colleghi e amici.

Quali sono i tuoi 'luoghi del cuore' della vita universitaria?

I distributori automatici di Malcanton Marcorà! Scherzi a parte, i miei luoghi del cuore sono quelli in cui ho condiviso la mia esperienza universitaria assieme ai miei colleghi tra esami e lavori di gruppo: alcuni tra questi sono Zattere, la Cooperative Learning Room della BAUM, e il VeDPH Lab.

Hai una passione che coltivi grazie -o parallelamente- all'esperienza universitaria? 

Dal 2021 sono attiva presso l'Associazione Italiana Soccorritori, sezione di Bassano del Grappa, come soccorritrice volontaria: assieme alla mia squadra presto servizio di assistenza sanitaria presso manifestazioni pubbliche ed eventi sportivi locali. Di recente sono entrata a far parte del centro di formazione della stessa associazione, diventando istruttrice BLSD: ciò significa che insegno le manovre di rianimazione cardio-polmonare con l'utilizzo del defibrillatore a chi si rivolge al centro di cui faccio parte. Il volontariato è stato determinante per la mia crescita personale perché mi ha insegnato a comunicare correttamente con i miei colleghi e con i pazienti, a rispettare i ruoli di un team, a riconoscere situazioni che necessitano di intervento tempestivo, ma mi ha insegnato prima di tutto l'importanza del lavoro di squadra.

Qualche consiglio per le nuove matricole?

Fate gruppo con colleghi e colleghe! Saranno i vostri compagni di avventure, nel bene e nel male, per i prossimi anni della vostra vita, e le vostre difficoltà saranno meno pesanti da sopportare se condivise con qualcuno che possa capirle. Non abbiate paura di fare domande quando non siete sicuri di aver compreso un argomento: per quanto alcuni professori universitari sembrino pronti ad azzannarvi se respirate nella loro direzione, è statisticamente certo che non siete gli unici ad avere quel dubbio.

Dove ti vedi tra 10 anni?

La domanda più difficile a cui rispondere per un’umanista! Idealmente tra 10 anni starò utilizzando le tecniche computazionali che ho avuto modo di scoprire e coltivare grazie al corso di laurea magistrale che sto frequentando, contribuendo a chiudere il gap tra il mondo dell'informatica e il mondo delle discipline umanistiche.

Federica Scotellaro