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Davide #studentvoices: “Un corso versatile dove applicare subito ciò che si impara, in un’università che ha tantissimo da offrire”

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Davide Frare è uno studente al secondo anno del corso di laurea magistrale in Economics, Finance and Sustainability, curriculum Quantitative Finance and Risk Management.

Quali sono, secondo te, i punti di forza del tuo corso?

Uno dei principali punti di forza di questo corso è il focus quantitativo. Dalla prima lezione fino alla discussione della tesi, si affinano competenze in statistica, econometria e modellizzazione, sviluppando una grande sensibilità verso i “numeri” ed il loro significato, abilità fondamentali non solo per chi ambisce a una carriera finanziaria, ma anche per comprendere meglio il mondo che ci circonda.
Un altro elemento chiave è la possibilità di mettere in pratica le conoscenze teoriche, sia durante le lezioni, sia attraverso progetti, competizioni, attività associative e infrastrutture offerte dall’università, come il laboratorio Bloomberg nella BEC (una opportunità utilissima per familiarizzare con uno strumento utilizzato da professionisti). Queste esperienze permettono di applicare subito ciò che si impara, arricchendo il percorso formativo.

Il corso si distingue anche per la sua grande versatilità: che il vostro interesse sia per la blockchain, le analisi quantitative più tradizionali o la finanza comportamentale, troverete gli strumenti per seguire le vostre ambizioni. 
Infine, l’apertura internazionale è un enorme valore aggiunto. Ci sono tantissime opportunità di mobilità e double degree che offrono esperienze accademiche e umane uniche: io stesso ho trascorso due semestri in giro per l’Europa, dei viaggi che mi hanno arricchito sotto tutti i punti di vista.
 

Hai capito subito quali erano le tue passioni?

La ricerca delle passioni, al di là dell’esperienza accademica, non è semplice, ma forse il bello sta proprio in questo. Alcuni sono più fortunati e riescono ad avere delle idee abbastanza chiare sin da subito. Altri, come il sottoscritto, hanno bisogno di provare tante cose diverse, cimentarsi nel nuovo.
 

Scegliere l'Università, e un corso in particolare, può essere un percorso complicato. Tu come hai fatto?

Paradossalmente, non tutti hanno dei sogni ben definiti, e oggi rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” può essere più difficile di quanto si immagini. Avere tante porte aperte è un grande privilegio di cui essere grati, ma rischia al tempo stesso di paralizzare, per la paura di prendere una scelta che non sia la migliore e più ponderata possibile. 

Vengo da una laurea triennale in Economia e Commercio a Ca’ Foscari, un percorso che ho apprezzato molto, seppur non abbia potuto vivere appieno la vita universitaria sia per impegni lavorativi che per una pandemia che ha chiuso tutti in casa. È stato un corso che ho deciso di rendere molto variegato facendo leva sugli esami a scelta. Volevo provare un po’ di tutto, e vedere cosa mi attirava di più (o quantomeno in cosa riuscivo meglio). 
E prima ancora di scoprire una passione per la finanza e la gestione del rischio, durante quegli anni ho iniziato a capire di essere una persona concreta, che si trova più a suo agio con informazioni chiare e precise, che ama avere obiettivi che siano misurabili, e che sentiva la voglia irrefrenabile di respirare “aria di mondo”. Il resto è venuto da sé, e la scelta di proseguire con questa magistrale è stata conseguenza naturale di questo percorso di crescita.
 

Cosa significa per te fare parte della comunità cafoscarina?

Far parte di Ca’ Foscari vuol dire avere il privilegio di studiare in una delle città più belle e singolari al mondo. Vuol dire lo spritz post esame, vuol dire sentire un sano spirito di competizione  tra i vari dipartimenti, e vuol dire camminare per Venezia per raggiungere un’altra sede e continuare a rimanerne incantati come se fosse il primo giorno. Ma vuol dire anche essere parte di una comunità in fermento, che apprezza il merito e l’impegno, dove ogni giorno si può scoprire qualcosa di nuovo o partecipare a tantissime attività diverse. 
E, soprattutto, significa sentirsi parte del “cambiamento”, di una di quelle forze che contribuiscono a creare il mondo del domani.
 

Quali sono i tuoi 'luoghi del cuore' della vita universitaria?

Dopo aver passato così tanto tempo all’estero posso dire di aver lasciato un pezzetto del mio cuore in tanti luoghi diversi. Un angolo speciale però è destinato a quelle piccole aulette studio lungo il corridoio di San Giobbe che dà sull’acqua. Sedersi a studiare a quei tavoli, da soli o in compagnia, guardando la laguna fuori dalla finestra, è forse una delle “cartoline” che mi porterò dietro per sempre.
 

Che consigli dai alle nuove matricole cafoscarine?

L’Università non è solo andare a lezione, fare esami, e arricchire un libretto. Sembra forse una frase fatta, ma è la verità: l’Università è un percorso di vita. Ca’ Foscari ha tantissimo da offrire, tantissime cose da fare fuori dall’aula, tantissime opportunità da cogliere. Che sia un'associazione , una attività sportiva, una competizione che riguarda materie di corso, o una mobilità all’estero, non fatevi frenare dal timore di provare cose nuove. Buttatevi a capofitto. 
E controllate le mail. È vero, ne arrivano tantissime, sono d’accordo, ma le opportunità più interessanti busseranno da quella porta.
 

Dove ti vedi tra 10 anni?

Queste sono le domande difficili a cui ancora fatico a dare una risposta. Non mi piace pormi limiti e amo tenere aperte molte opzioni. In ogni caso, tra 10 anni sarei felice di contribuire ad un impatto positivo nella comunità in cui mi trovo, utilizzando le mie conoscenze e le abilità che ho sviluppato nel corso degli anni. Mi piacerebbe farlo in un ambiente che mi permetta di crescere continuamente, ma che sia anche una “finestra sul mondo”, dove posso imparare, contribuire e condividere idee con persone provenienti da contesti diversi.